Si avvicina il giorno delle elezioni amministrative e dovremo scegliere il nuovo sindaco.
Dico nuovo perché penso che difficilmente sarà confermata la Raggi, a cui va riconosciuto il grande coraggio di ripresentarsi nonostante la sua gestione sia stata disastrosa.
Eppure i sondaggi le danno circa il 18% di gradimento che rappresenterebbe un successo enorme per lei, ma uno scoramento generale nel vedere persone che ancora le credono; un po’ come il vaticano che, nella sua millenaria storia, ha commesso i più efferati delitti ma la gente lo vede ancora come riferimento di centro spirituale e non come centro criminale. Su questo argomento scriverò qualcosa, il tempo di reperire documentazione probante.
Non c’è da fare salti di gioia per chiunque venisse eletto, i profili dei candidati sono decisamente bassi: nessuno, salvo pochi, ha pubblicato il proprio programma elettorale, indice di vuoto assoluto di idee. Quelli mediaticamente più in vista, tipo Michetti, non ce l’ha, Gualtieri sul suo sito ha detto che il suo programma elettorale lo vuole scrivere con i cittadini = non so che pesci prendere, Calenda ha un programma completo di cifre, ma chiaramente elettorale, la sconosciuta Lozzi è piena di ideali utopistici e così via dicendo. Eppure di problemi su cui meditare concretamente a Roma non mancano: dalle buche del manto stradale a quelli della rete fognaria, dal traffico alla illuminazione per non parlare dello smaltimento dei rifiuti urbani o dei vigili urbani spariti
. A Roma occorrerebbe un Cola di Rienzo prima maniera, ma io vedo tutti i nostri candidati come il Cola di Rienzo ultimo periodo.