Questa concentrazione dell’attenzione, come quasi sempre in modo superficiale, sul problema degli uteri in affitto, non so se sia dovuta per distoglierla da problemi più reali, o per convogliare interessi economici su business di maggior rendimento. Si, perché quello sulle adozioni non ha ancora esaurito il suo iter; provate a chiedere ai malcapitati che si sono avventurati nella jungla delle adozioni come ne sono usciti alla fine del percorso: sfiniti sia per stanchezza fisica, che economica. Ad organizzare certe cose, ci vuole tempo ed altrettanto ce ne vuole per rientrare con margini di guadagno soddisfacenti, ma come si permettono di uscirsene con un’alternativa al pari dell’energia pulita contro quella inquinante della benzina, senza concordare una pianificazione delle estorsioni?
Queste fecondazioni artificiali, finalizzate a creare una gravidanza, possono essere di due tipi a seconda della metodologia: semplice e non invasiva, metodo apprezzato da Berlusconi che è contrario all’affitto dell’utero, lui preferisce acquistarlo e consiste nel praticare uno o più amplessi fino al raggiungimento dell’obbiettivo. Questo metodo non credo possa essere contrastato per legge.
Se invece si vogliono utilizzare tecniche di II o III livello, invasive perché la fecondazione avviene in vitro, qui si scatenano gli attacchi più sguaiati ed ignoranti da parte dei moralisti borghesi che fanno sorgere come prima domanda se siano o meno in buona fede.
Dal 2004 esiste in Italia il registro PMA (procreazione medicalmente assistita) gestito dall’Istituto superiore della sanità, che raccoglie i nominativi di chi è disposta/o a dare il proprio contributo alla causa; quindi, per come è istituito (da verificare la concreta attuazione), non sembra possibile agli ambulanti occupare una fetta di mercato. Volendo si hanno tutti i mezzi per frenare speculazioni di affaristi e non capisco questo levarsi la voce di chi teme che possa esserci un mercato parallelo, magari commercializzato in tv da Mastrota che fa l’offerta di 2 al prezzo di uno.
23 marzo 2023 Enrico Masucci