SE NE VANNO SEMPRE I MIGLIORI, l’ultimo dei decessi eccellenti è stato quello di Diego Armando Maradona, indiscusso calciatore fuoriclasse degli ultimi 50 anni, questo limite temporale è per non aprire un dibattito se sia stato lui o Pelè il migliore.
Anche a me dispiace, come dispiacciono molto di più le migliaia di morti causati dalla pandemia o quelle che riguardano i giovani o peggio ancora i bambini.
La commozione che è nata nel mondo, nel suo caso, però ha pochi precedenti; il Manzoni si chiederebbe se “fu vera gloria?”. Come ho premesso non metto in discussione lo sportivo, ma l’uomo; passando dal 5 maggio al Foscolo, “a egregie cose i forti animi accendono le urne dei forti o Pindemonte” e come uomo non mi sembra che abbia dato esempi da seguire. Dall’assunzione di droghe alla mancanza di senso di responsabilità nel riconoscere i figli nati da incontri occasionali o anche stabili, quale esempio può essere per l’umanità in generale e per i giovani in particolare?
Così è, se vi pare, il mondo si esalta per i propri beniamini calcistici, ma ben poco per chi ci ha arricchito di insegnamenti ed abnegazione verso il prossimo; ricordo che nel 2013 morirono diversi personaggi degni di “esaltazione” in tal senso: da Margherita Hack a Rita Levi Montalcini, da Nelson Mandela al sindaco di Roma Ugo Vetere, che oltre ad essere stato uno dei migliori sindaci fu anche protagonista di un episodio che gli valse la medaglia d’argento al valore civile con la seguente motivazione «In occasione dell’irruzione in un edificio scolastico di uno squilibrato, che dopo aver ucciso il bidello sequestrava una scolaresca, proponeva, invano, all’individuo di offrirsi come ostaggio; dopo un estenuante dialogo con il folle lo induceva a consegnargli l’arma, assicurandolo alla giustizia.», ma morirono anche personaggi dello spettacolo come Anna Proclemer o Giuliano Gemma che ho conosciuto personalmente, o Luigi Magni la cui frequentazione mi infuse una certa curiosità di approfondimento della storia risorgimentale italiana o Little Tony a cui i media dedicarono ampi spazi nella cronaca del tempo relegando al sindaco Vetere un trafiletto passato inosservato.
E’ vero, Maradona ha fatto azioni benefiche quali la partecipazione alle partite del cuore, ma più per condiscendenza verso le telecamere che non per reale filantropia, a mio parere: la cosiddetta carità pelosa. Ricordo che una volta mio figlio organizzò un incontro al teatro Flaiano, con incasso a favore dell’UNICEF, per raccontare aneddoti sulla storia della Roma calcio ed invitò un calciatore famoso il quale, sapendo che l’evento non avrebbe avuto risonanza mediatica per volontà di Carlo Zampa, che non ama pubblicizzare le proprie opere benefiche, declinò la partecipazione.
In conclusione, condoglianze per la morte di Maradona, ma …. è morto (un) il re, viva il re.
aggiungo il commento arrivatomi adesso
Caro Enrico io penso che se questa pur drammatica notizia della morte del più grande calciatore del mondo, fosse avvenuta in tempi cosiddetti normali, le manifestazioni di affetto nei confronti di Maradona sarebbero state più che giustificate, in quanto anch’esso ha rappresentato una parte importante della vita del nostro Paese, e del mondo intero nell’ultima parte del secolo scorso. Non a caso uno dei più grandi giornalisti appunto del 1900 ( da molti considerato il più grande di sempre ) Gianni Brera , considerava il calcio ” cultura “, tanto che appellava il football ” arte pedatoria “, cosi come arte e cultura sono il teatro, la musica, ecc. Purtroppo pero’ la morte del Pibe de Oro è avvenuta in un periodo difficile per l’intero pianeta, e quindi convengo con te che i comportamenti avrebbero dovuto essere un po’ meno passionali, per non superare le misure di contenimento a cui, nostro malgrado, siamo soggetti e tanto più in occasione delle prossime festività.
Aggiungo il commento di
Daniela:
Maradona è stato un genio e come spesso accade ai geni viveva di eccessi. Talvolta genio e saggezza combaciano altre volte genio e dissolutezza vanno a braccetto. E’ il grande calderone umano.