Devo confessare che questo periodo di assenza, dopo che vi avevo promesso di ritornare sull’argomento “governo Draghi”, è dovuto alla totale mancanza di idee ed ispirazione su cosa scrivere.
Dopo questi primi giorni di amministrazione, sono ancora molti i dubbi che mi rimangono: partiamo dalla formazione dei ministri nominati; io auspicavo un governo in cui fossero esclusi i rappresentanti dei partiti per evitare condizionamenti, salvo il legittimo voto di approvazione o meno dei provvedimenti presi e l’indirizzo ambientalista per rifondare l’Italia
Per la seconda desiderata pare che questo obiettivo sia centrato, avendo istituito un ministero ad hoc, rimane solo da sperare che non sia solo un’etichetta vuota.
La prima viceversa mi ha deluso, anche se i ministeri assegnati ai partiti sono di secondo piano, la trovo un’intrusione che, vista anche la variegata composizione del pool, potrebbe ostacolare il “libero pensiero” del premier, Salvini docet.
Approfondiamo le (mie) perplessità sui vari ministri, partendo da quelli polit….partitici.
Giancarlo Giorgetti, è quello che mi sembra il più equilibrato nonostante l’appartenenza alla lega e mi sembra anche svincolato da Salvini visto che ha votato difformemente dal proprio partito per ben 23 volte (non eccitatevi, rappresenta lo 0,98% sul totale dei voti espressi). In parlamento vanta il 30% di presenze ed il 14% di assenze con il 56% di missioni. Ha avuto lo sviluppo economico, ma sarà “circondato” da ministri tecnici più di peso di lui
Lorenzo Guerini uno dei tanti parlamentari senza infamia e senza lode, in parlamento ha circa il 14% di presenze, il 7,5 di assenze ed il 78,5 di missioni; alla difesa in tempo di pace non temiamo per i nostri confini, ma un’idea di utilizzo delle forze armate per l’emergenza covid si potrebbe auspicare.
Dario Franceschini alla cultura. Lo ritengo un travet della politica e come tale si comporta da ministro: un’idea di sfruttare internet o la tv di stato per mostrare i migliori musei italiani o il teatro con la T maiuscola per educare all’arte gli italiani gli è mai balenata in mente? E’ vero i siti ci sono, ma un conto è l’estemporaneità, un altro l’istituzionalista. 38% di presenze in parlamento 19% di assenze 43% di missioni, anche lui ha votato diversamente dl proprio partito per 23 volte
Stefano Patuanelli all’agricoltura: altro Carneade della politica, molto trasparente (nel senso che non ci si accorge di lui). Un assiduo frequentatore del parlamento, visto che ha l’80% di presenze, solo il 2,5 di assenze ed il 17,5% di missioni; in un periodo di “transizione ecologica” vale come il due di bastoni quando briscola è spade
Roberto Speranza confermato alla salute perché si è dimostrato un ottimo parafulmine. Le disposizioni erano obbligate, ma non altrettanto obbligate sono state le attuazioni; così si son chiuse le attività produttive ma la gente circolava e circola indisturbata per le strade impedendo un brusco calo dei contagi. Non parlo della vaccinazione e dei molti vaccini, chi crede preghi.
Andrea Orlando al lavoro (nel senso di ministero). In questo periodo di non lavoro è assente anche lui; in parlamento 45% di presenze 44% di assenze 11% di missioni
Federico D’Incà ai rapporti con il parlamento. 31% di presenze 3% di assenze 66% di missioni. Per i resto leggasi quanto scritto a proposito del suo compagno di partito Patuanelli
A quanto pare abbiamo un parlamento di “missionari”. Ricordo che le missioni sono su dichiarazione dell’interessato senza alcun controllo sulla veridicità
Mi fermo per non farvi addormentare, proseguirò con gli altri ministri partitici nella prossima puntata.