Tranquilli, non voglio parlarvi del partito di saragattiana memoria, ma proprio dei social, con l’accento sulla o, per capire quanta democrazia ispiri i gestori di questi siti.
Ci sono quelli che mettono a disposizione una chat e vi dicono di esporre liberamente le proprie idee ma senza offendere od inserire immagini porno. Per questo motivo sono stato titubante prima di esplorarli: se non vedo un po’ di chiappe, che ci vado a fare? Fortunatamente per qualcuno i divieti erano solo sulla carta per cui ho potuto ammirare seni e culi, ma a volte anche passere, di alcune esibizioniste che però avrebbero fatto meglio a mostrarsi con il burka. Sembra di stare a fat city. Una di queste chat è sempre in tilt ed è difficile postare od immischiarsi nei post altrui con commenti; per un altro che avevo fatto una segnalazione allo staff di un utente che stalkerizza le donne e le insulta. Risultato sono stato bannato io dicendomi che non ero gradito; in altre parole rompevo le scatole; intuizione: lo stalker era uno dello staff.
Deluso da tanta falsità, mi sono detto: Facebook sarà senz’altro più serio, proviamo con quello.
Fino a che ho “cazzeggiato” tutto bene, quando ho cominciato a dare notizia degli articoli che pubblicavo qui ho avuto qualche problema fino ad arrivare ad essere bannato, anzi, come mi hanno scritto loro, il tuo account è stato disattivato perché non rispetta le regole. Ho chiesto loro spiegazioni, ma finora tutto tace, mi hanno fatto scaricare una valanga di file che nulla dicono del mio caso personale. Ho provato a rileggere tutto quello che avevo scritto sul social, ma non ho trovato turpiloqui, immagini oscene (per evitarle non ho nemmeno messo una mia foto in costume da bagno) e nemmeno ho inneggiato al terrorismo. Mia supposizione è che gli articoli riguardanti la guerra russo-ucraina abbiano dato fastidio a qualcuno, naturalmente qui in Italia. Ma siamo in un paese democratico, dove ognuno può dire la sua, basta che sia conforme all’impostazione dei poteri forti e per imparare ad arrivare al governo del popolo, ci siamo legati agli USA, culla della democrazia, per istruirci su come raggiungere la libertà di pensiero. Ahhhhh c’è sempre quello che deve spaccare il capello in quattro per insinuare che l’America è ancora un paese razzista e che è un paese guerrafondaio. Non è vero, i ne(g)ri sono trattati benissimo e se qualcuno è morto soffocato dalle ginocchia di qualche poliziotto è stato un incidente; Bush era certo che l’Iraq aveva armi atomiche per scatenare una guerra contro Israele, altro paese pacifista. Non le aveva? Vabbè, senz’altro avrà pensato che avrebbe potuto costruirle. Però a noi ci ha aiutato tanto, come quella volta che avendo visto al Cermis delle cabine che deturpavano il paesaggio, non ci hanno pensato su due volte a rimuoverle con una eroica azione da kamikaze; che volete che siano 20 morti in confronto alla bellezza ripristinata delle nostre dolomiti. O come quella volta che per scongiurare il pericolo di fare dell’Italia una groviera, con quella malsana idea di Enrico Mattei, hanno affrontato il male alla radice e l’hanno estirpata.
9 maggio 2022 Enrico Masucci
Purtroppo è stato e sarà sempre cosi.
Poteva però andare peggio….