Ci raccomandano sempre di curare la cultura ed ho notato che quasi ogni giorno, se non tutti i giorni in molti aderiscono.
Quasi tutti i giorni, uomini e donne, senza distinzione di età, razza o religione, aumentano la schiera degli acculturati.
Scusate però se non riesco a rallegrarmene, questa cultura è quella della violenza a cui assistiamo ininterrottamente in Italia. Dico Italia perché mi colpisce direttamente, ma non che fuori dai nostri confini la cosa sia migliore; basti pensare agli Stati Uniti dove la vendita delle armi è libera.
Due episodi mi sono rimasti particolarmente impressi: la morte di Diana, trucidata dalla madre che l’ha abbandonata sola e senza viveri per passare dei giorni insieme ed indisturbata con il nuovo compagno ed il recentissimo episodio del nigeriano ucciso con una stampella. Tutti per futili motivi; quale reazione dalla società? Nessuna, salvo filmare l’accaduto per un souvenir.
Quando si parla di bambini mi rattristo particolarmente, forse perché ho due nipotine e non vorrei vederle tristi neanche per un solo momento, mi sento coinvolto in modo eccezionale.
Ma le reazioni umorali lasciano il tempo che trovano, sarebbe più proficuo ragionare sui motivi e su come contrastarli; come provvedimento immediato si dovrebbero responsabilizzare le strutture dello stato, non dovrei usare questo termine, ma alla luce dei fatti è questo quello più giusto.
Come cantava De André
“Prima pagina, venti notizie
Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità”
Dove erano gli assistenti sociali che sarebbero dovuti intervenire per proteggere Diana? Dov’era il tutore di Filippo Ferlazzo, l’ignobile assassino di Alika che aveva già dato segni di squilibrio mentale?
Indubbiamente le istituzioni hanno fallito, ma oltre al loro funzionamento, auspico che inizi una campagna di educazione verso il prossimo che insegni il rispetto dell’altro a prescindere dalla razza, sesso, preferenze religiose o preferenze sessuali.
Avrei voluto mantenere il mio spirito ironico anche in questo caso, ma non ce l’ho fatta, perdonatemi.
31 luglio 2022 Enrico Masucci
E questa non è che punta di un gigantesco icerberg