LA MORTE LEZIONE DI VITA

a chi qua, a chi là, a chi qua e là tocca a tutti, senza possibilità di alternative o di appello.

Perché avere paura della morte?

Io avevo ed ho sempre detto di non averne paura, ma non ero sicuro di essere sincero con me stesso, specie dopo aver assistito alla morte di un mio amico, fondatore di un’associazione che perseguiva il libero arbitrio nella decisione di quale dovesse essere l’ultimo giorno. Al momento in cui è toccato a lui, malato di leucemia, non ha avuto il coraggio di dare l’esempio.

Io distinguerei in tre i tipi di morte volontaria:

-il suicidio, atto estremo dettato dalla disperazione che non vede soluzione come un fallimento o una delusione sentimentale e simili;

-l’eutanasia, la decisione di porre fine anticipatamente per evitare inutili sofferenze a sé ed ai propri cari;

-il libero arbitrio, la decisione di tagliare il rapporto con la vita in piena facoltà mentale senza motivi specifici, ma solo per stanchezza o mancanza di motivazioni, come l’on. Magri.

Sorvolo i primi due motivi che si commentano da soli, mentre il terzo merita un approfondimento speciale e prima di iniziare a parlarne, vorrei riportare il pensiero di chi mi sovrasta in termini intellettivi ed intellettuale

Scenderemo nel gorgo muti.Lev Tolstoj

“L’uomo non può possedere niente fintanto che ha paura della morte. Ma a colui che non la teme, appartiene tutto. Se non esistesse la sofferenza, l’uomo non conoscerebbe i suoi limiti, non conoscerebbe sé stesso”.

Guerra e pace

 

Edgar Allan Po

“I confini che dividono la Vita dalla Morte sono i più oscuri e vaghi. Chi può dire dove gli uni finiscano, e dove gli altri inizino?”

Una sepoltura prematura

 

William Shakespeare

“I vigliacchi muoiono molte volte innanzi di morire; I coraggiosi provano il gusto della morte una volta sola.”

Giulio Cesare

E concludo con una poesia

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, di Cesare Pavese

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Così li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

 

La frase di Shakespeare la trovo emblematica, sì perché la maggior parte di noi ha paura della morte, forse perché ne è stata sempre tramandata un’immagine paurosa come questa

O questa

Se invece avessero tramandato immagini come le seguenti

o questa

Scommetto che i maschietti sarebbero in attesa di essere gratificati dalla pomp(in) a funebre e le femminucce…ditelo voi

 

3 settembre 2023                 Enrico Masucci

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4 Commentì

  • Vorrei avere un po’ di tempo in più per intervenire su questo argomento… sperando nel frattempo di sopravvivere.

    • In tutti e tre i casi interviene la volontà dell’uomo: nel primo la mente è così offuscata da non vedere un futuro; nel secondo c’è una motivazione di base: il dolore fisico dovuto ad un male che non ti lascia scampo; il terzo è frutto di una meditazione profonda e lucida dell’interessato che non trovando stimoli a proseguire abbraccia la dolce morte, come è stato per Mario Monicelli e per l’on. Macrì

By emasucci

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