«L’essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l’illusione di averla.» (Isaiah Berlin, Four Essays on Liberty, Oxford UP, Oxford, 1982])
Inizio questa riflessione riportando l’affermazione di Berlin dopo aver letto, se la notizia è vera, che Goffredo Bettini ha dato dell’ingrato a Gualtieri, minacciandolo di fargli fare la fine di Marino (reclamandone di conseguenza la paternità del siluramento) colpevole di aver affermato che sarebbe stato lui, in quanto sindaco, a scegliere chi doveva amministrare le aziende municipalizzate.
Alla notizia diffusa dal quotidiano “il foglio” fondato da Giuliano Ferrara (il padre si rivolterà nella tomba pensando di aver messo al mondo un tale figlio) sono seguite le relative smentite, accalorate quelle di Bettini e lapidarie quelle di Gualtieri.
Non avendo alcuna stima del foglio, sono più propenso a dare credito ai due politici, anche se penso che qualcosa di vero ci sia, specie riguardo al siluramento di Marino, la cui paternità va attribuita probabilmente a Renzi che ambiva gestire i soldi del giubileo.
Al di là dell’episodio riportato, lo spunto è utile per farci riflettere, oltre che sul concetto di libertà, anche su quelli di realtà e verità, interconnessi tra loro.
Pensiamoci, riprenderemo il discorso dopo le festività (in questo periodo meglio stare “sereni”, come dice Renzi)