Ne consiglio la lettura poco prima di addormentarsi, il risultato è garantito
Ma erano tutta farina del suo sacco le frasi dette da Marx che lo hanno reso noto in tutto il mondo? Scopriamone alcune:
“proletari di tutto il mondo unitevi”. E’ lo slogan che chiude “il manifesto del partito comunista” scritto nel 1848, oltre che da Marx, anche da Engels. Cinque anni prima però, nel 1843, questa frase fu scritta nel The Workers’ Union della scrittrice naturalizzata francese Flora Tristan una signora di origini peruviane socialista e femminista. Quindi copiata
“da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni” altra frase celebre che però si trova fin dagli atti degli apostoli nel nuovo testamento: “quanti erano a possedere campi o case e li vendevano, portavano il prezzo delle cose vendute e lo mettevano ai piedi degli apostoli; poi, era distribuito a ciascuno secondo come aveva bisogno.” La frase deve aver fatto molta presa sugli studiosi, tanto che il francese Étienne-Gabriel Morelly , nel 1755, l’ha proposta nel suo “ Codice della Natura Sacro e leggi fondamentali che avrebbe strappare le radici di vizio e di tutti i mali di una società” così è scritto testualmente. La stessa frase è stata poi utilizzata prima da August Becker nel 1844 e poi da Louis Blanc nel 1851
“la proprietà privata è un furto” da attribuirsi a quel provocatore che era Pierre-Joseph Proudhon. Pur essendo un uomo di grande intelligenza, un socialista anarchico che ideò la A cerchiata, simbolo dell’anarchia gestita (ma se è gestita, che anarchia può mai essere?), i suoi pensieri non erano poi tanto fermi visto che disse anche che la proprietà rende liberi: mah, vallo a capire, probabilmente nel secondo caso intendeva il possesso. Comunque la personalità di Proudhon si concretizza nel suo “Sistema delle contraddizioni economiche o filosofia della miseria” del 1846 , a cui Marx non tardò a rispondere con la “Miseria della filosofia”. Proudhon fu anche contrario alla creazione dello Stato italiano. Scrisse che Mazzini «si era fatto propagandista d’un sistema falso nel suo principio e funesto nelle sue conseguenze: l’unità d’Italia». Disse anche che non sapeva più se credere «alla sincerità di Garibaldi o alla sua perfidia »
In conclusione Marx tanto originale non è stato, pur criticando sia Blanc che Proudhon ne ha copiato le frasi d’effetto.
A proposito di Blanc e Proudhon, tutti e due tentarono un esperimento di assistenzialismo, il primo con le “ateliers de nationaux” per eliminare la disoccupazione mentre il secondo con le “ateliers de travaux” per sopperire alle difficoltà finanziarie dei meno abbienti. Questa cosa mi ricorda tanto il reddito di cittadinanza di grilliana memoria; è bene sapere che ambedue gli esperimenti fallirono.
A proposito di frasi celebri, apro un piccolo inciso per ricordare la scritta all’ingresso di Aushwitz “il lavoro nobilita l’uomo”, in questo caso i tedeschi ci hanno copiato: all’ingresso della fortezza di Fenestrelle, nello stato sabaudo, dove furono deportati gli ufficiali borbonici che non volevano ubbidire ai Savoia c’era e forse c’è ancora, scritto “Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce”