Ho visto in televisione un reportage di alcuni genitori di figli omosessuali in cui descrivevano l’imbarazzo, le paure e, non ultima, la vergogna per aver ricevuto la confessione dei figli che si dichiaravano attratti dallo stesso sesso.
Quando è successo a me ascoltare mio figlio professarsi omosessuale, non ho provato nulla di tutto questo, come se mi avesse detto che aveva deciso di fare le vacanze al mare. La reazione istintiva che ho avuto è stata quella di abbracciarlo e contribuire economicamente per farlo andare in gita con il suo compagno.
Fino a quel momento (aveva 40 anni quando ha fatto coming out) i rapporti con lui non erano stati dei migliori, anzi direi quasi conflittuali, dopo si sono aperti nuovi orizzonti; per la prima volta ho visto mio figlio sereno che è il massimo obbiettivo che un genitore vorrebbe raggiungere per i propri figli. Il dialogo che prima non c’era è iniziato fra di noi e tutte quelle spigolature del carattere, di ambo le parti, si sono ripianate.
Quando parlo con conoscenti ed amici della identità sessuale di mio figlio la maggior parte di loro ha mostrato un’ipocrita indifferenza, magari giustificandola con un adeguamento ai tempi moderni. Già, come se scegliere il proprio partner di letto fosse una questione di moda: ieri andava la donna, oggi uno del proprio stesso sesso, domani sesso di gruppo per dimostrare una maggiore democrazia.
Quello dell’adeguamento lo lascio ai cattolici per la salvaguardia dei loro interessi spirituali a protezione di quelli materiali; personalmente ritengo che nulla è cambiato dall’origine dell’uomo ad oggi. Le dinamiche di coppia nella loro relazionalità sono immutate nel tempo e se si è voluto creare un certo stereotipo legato all’obiettivo procreativo, lo si deve al becero tornaconto degli interessi economici cattolici che fino a qualche tempo fa chiamavano perversioni le unioni omosessuali, mentre stupravano i bambini.
Oggi sta cambiando il concetto di rapporto legato alla procreazione per far posto a quello della conoscenza del proprio corpo per consentire di scoprire il proprio piacere e quello del partner. Sotto questo aspetto migliora il sistema sociale della coppia che mantiene la propria omeostasi sulla capacità di raccontarsi ed esprimere sé stessi in piena libertà mentale e psicologica.
Ancora uno sforzo (ma la strada è ancora lunga) e ci avvieremo sulla strada della coscienza civile.
26 marzo 2023 Enrico Masucci
Anche se siamo amici dai tempi delle superiori non ho mai avuto il piacere di conoscere i tuoi figli. Ti prego di dire loro che devono sentirsi orgogliosi di avere un padre come te.
Tonino