O GESÙ MIO IL PIÙ BRAVO SONO IO

Quando dico di non ascoltare i commenti dei giornalisti, nessuno escluso sia esso di destra che di sinistra, lo faccio con consapevolezza.

Ho guardato due video su youtube, uno di teleitalia di Luca Vincitore e l’altro, stesso social, del direttore di Libero Daniele Capezzone, ambedue di destra; parlavano, negativamente, di Zaky.

Il primo asserendo che Zaki, dopo essere stato liberato, non aveva ringraziato la Meloni, il secondo contestava il rifiuto del volo di stato e le richieste di concessione della cittadinanza da parte delle varie città italiane; per quanto riguarda la sinistra, aspetto che nasca.

In tutti i casi, Zaki ha dato le dovute smentite motivandole: un video di rai news ha trasmesso l’intervista in cui Zaki, all’università di Bologna ringrazia sia il governo italiano che la sua premier per l’aiuto ricevuto e motiva il suo rifiuto al volo di stato per mantenere la sua indipedenza al diritto di critica.

Ma che ne sanno i giornalisti dell’indipendenza, preoccupati di compiacere al padrone, dovrebbero rinunciare al vil denaro come fa il mio blog non accettando pubblicità (non invito nemmeno a mettere il “mi piace” o a sottoscrivere il canale, chi vuole non è pressato).

Ho commentato i video di ambedue i citati scribacchini con il risultato di vedermeli cancellati, dimostrando così la loro cialtroneria.

Veniamo ai meriti: qui è partita la fiera della vanità o dell’ipocrisia, o di ambedue. Si è subito fatta avanti la Meloni rivendicando il merito della liberazione del “terrorista” che combatte per quei diritti civili che lei nega agli altri. Ricordo che la Meloni si è insediata ad ottobre del 2022, quando la comunità internazionale era da lungo tempo che faceva pressioni per la liberazione di Zaki affinché fosse assolto. Ma lui non è stato assolto, è stato condannato a 3 anni e poi graziato dal dittatore Al-Sisi che Zaki ha ringraziato, cosa che io non avrei fatto.

Quella della Meloni mi ricorda la storiella del topolino che salta in testa ad un elefante il quale, spaventato, comincia a correre nella foresta abbattendo tutto quello che esisteva nella sua folle corsa. Stanchissimo, l’elefante si sdraia per riposarsi ed il topolino, rialzata la testa e vedendo tutto quel disastro, esclama: “che macello che “abbiamo” fatto

A risentirci presto

 

15 ottobre 2023          Enrico Masucci

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