Non sono un politologo, ma solo un presuntuoso testardo sostenitore del principio che bisogna ragionare con la propria testa. Così, dopo aver letto i risultati elettorali ed aver ripercorso mentalmente le vicende legate al referendum ho cercato di trarne le conclusioni (fanta) politiche e mi sono fatto un’idea.
I politici sostenevano, timidamente, sottovoce e purchè non si sapesse in giro, il SI per cui non potevano smentirsi; di questo compito ne hanno fatto carico ai giornalisti che con la grancassa hanno invitato l’elettorato a votare NO, salvo Travaglio che quando era al “Fatto quotidiano” sosteneva a gran voce i grillini come se ne fosse l’addetto stampa.
Visto il risultato, i bocciati sono stati in primis proprio i giornalisti di cui ben pochi, lo si capisce, hanno fiducia.
Come ricorderete, ho fatto un appello augurandomi che la partecipazione al voto fosse consistente, almeno il 75% (utopistico da parte mia), perché quello avrebbe determinato la sconfitta della classe politica; l’affluenza è stata del 53,8% per cui possiamo dire che c’è stato un pareggio di cui tutti si dicono vincitori: il movimento 5s che però è sprofondato nei risultati delle amministrative per cui ne esce sconfitto; Salvini a cui dovrebbe far più male il risultato di Zaia che non la perdita dei voti della lega; la Meloni che ha visto perdere il suo candidato Fitto; Zingaretti che agendo con la leggerezza sottile di un tampax si è visto dichiarare trionfatore senza che nessuno ne avvertisse la presenza (di Zingaretti).
Una nota positiva però c’è, sia Zingaretti che Di Maio hanno dichiarato, subito dopo il voto, che il risultato conseguito è il punto di partenza per dare il via alla riforma elettorale. E’ già qualcosa anche se tremo al pensiero che a metterci le mani saranno guitti della politica.
Non spaventatevi, ho premesso che io faccio fantapolitica…… forse.