Pericle nel suo discorso agli ateniesi affermava: “Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.”
Io invece dico che non è innocuo o inutile, è pericoloso, pertanto vorrei portare alla vostra attenzione, o meglio alla vostra concentrazione, una problematica che all’apparenza può sembrare futile e scontata ma invece riveste una importanza fondamentale ed avrà molta incidenza nella nostra vita ed in quella dei nostri figli. Parlo del prossimo referendum sul numero dei parlamentari che dovranno comporre, in futuro, le camere del potere legislativo; essendo un problema complesso ed avendo bisogno dei miei tempi per meditare, sarà meglio che lo scompongo in più parti.
Atto I: la costituzione fino ad oggi. Inizialmente prevedeva un deputato ogni 80.000 abitanti ed un senatore ogni 200.000, in media nelle altre nazioni è un deputato ogni 100.000, non sono possibili raffronti con il senato dato che l’Italia è l’unica ad avere un bicameralismo perfetto (due camere con le stesse funzioni). Nel 1963 optarono per il numero fisso, quello attuale, 630 deputati e 315 senatori oltre ai senatori a vita di diritto per gli ex presidenti della repubblica ed i 5 nominati per meriti particolari. Funziona? A dir la verità il bicameralismo perfetto a me sembra che burocratizzi troppo l’attività parlamentare rallentandone l’iter procedurale; eppure, leggendo gli atti parlamentari della costituente, fu discussa l’opportunità di creare un senato con funzioni di supervisore critico non eletto direttamente dal popolo, ma dalle regioni stesse, la proposta venne reiterata nel precedente referendum del 2016.
Il loro numero è strettamente necessario per il funzionamento della macchina statale? Guardiamo le presenze, o meglio le assenze, di questa legislatura i cui dati ce li fornisce il sito openpolis.it con la seguente avvertenza” Nota: Con assenza si intendono i casi di non partecipazione al voto: sia quello in cui il parlamentare è fisicamente assente (e non in missione) sia quello in cui è presente ma non vota e non partecipa a determinare il numero legale nella votazione. Purtroppo attualmente i sistemi di documentazione dei resoconti di Camera e Senato non consentono di distinguere un caso dall’altro. I regolamenti non prevedono la registrazione del motivo dell’assenza al voto del parlamentare. Non si può distinguere, pertanto, l’assenza ingiustificata da quella, ad esempio, per ragioni di salute.”, io però aggiungerei anche che le missioni non sono comprovabili, sono a fiducia di chi le dichiara; per non essere noioso, tra gli assenti indico quelli che mi sembrano i più conosciuti:
Partiamo dai deputati
Michela Vittoria Brambilla (FI) 98,76%
Vittorio Sgarbi (gruppo misto) 79,52%
Giorgia Meloni (FDI) 66,21%
Michaela Biancofiore (FI) 54,16%
Claudio Mancini (PD) 54,03% non è conosciuto, ma è il primo di sinistra nella classifica
Andrea Orlando (PD) 43,72%
Pier Luigi Bersani (LEU) 41,16%
Per i senatori abbiamo
Renzo Piano (gruppo misto) 100%
Carlo Rubbia (gruppo misto) 85,53%
Liliana Segre (gruppo misto) 73,88%
Nicolò Ghedini (FI) 69,06%
Matteo Renzi (IV) 40,09%
Matteo Salvini (Lega) 2,29% a sorpresa, visto il numero di selfie, ma ha anche l’86,29% di missioni (leggere l’aggiunta alla nota di cui sopra)
Questi sono solo quelli che io conosco di più, chi volesse divertirsi indico di seguito i siti da cui ho ricavato i dati:
https://parlamento18.openpolis.it/lista-dei-parlamentari-in-carica/camera/assenze/desc https://parlamento18.openpolis.it/lista-dei-parlamentari-in-carica/senato/assenze/desc
Sulla base di questi dati, penso che potremmo fare a meno di qualcuno.
Atto II: scenario parlamentare se viene confermata la riduzione dei parlamentari.
Dal testo della legge non mi risulta che ci siano altre modifiche se non il numero dei parlamentari; nessuna modifica al bicameralismo perfetto che avrebbe dovuto essere inserita in questo contesto: avremo le stesse problematiche di prima. Ma quali sono le motivazioni di chi sostiene il si e di chi sostiene il no?
I si sostengono che con la riforma si otterrebbero principalmente due vantaggi: il primo è quello del risparmio di circa 100 mln l’anno di stipendi per un totale di 500 mln a legislatura; il secondo che si snellirebbero le commissioni parlamentari che al momento sono 14 con una media di 50 componenti ognuna.
I no, di contro, sostengono che il risparmio sarebbe inferiore considerando che gli stipendi sono tassati e di conseguenza rientrerebbero nello stato; la riduzione dei parlamentari impedirebbe il buon funzionamento del parlamento e delle sue commissioni, favorendo il disegno gelliniano di Casalecchio che vorrebbe gestire il nostro paese attraverso la piattaforma Rousseau; la riduzione, infine, non garantirebbe la giusta rappresentatività territoriale.
Tutte queste considerazioni non mi convincono, ma non voglio influenzarvi con le mie opinioni nelle vostre considerazioni, perché spero che ci siano contributi da parte vostra nella valutazione del quesito referendario. (il sito invita a ragionare con la propria testa) Adesso mi interessa mettervi nella condizione di documentarvi e per questo, riporto un quadro sinottico pubblicato dal sole 24 ore e vi indico un sito dove è pubblicato il dossier sulla legge di riforma costituzionale con i contributi di costituzionalisti
http://www.riformeistituzionali.gov.it/media/1306/dossierlegge-elett-26giu-conallegati-def.pdf Stato
Numero deputati – Popolazione – Numero abitanti per deputato – Numero di deputati per 100.000 ab.
Austria 183 – 8.822.267 – 48.209 – 2,1
Belgio 150 – 11.413.058 – 76.087 – 1,3
Bulgaria 240 – 7.050.034 – 29.375 – 3,4
Croazia 151 – 4.105.493 – 27.189 – 3,7
Danimarca 179 – 5.781.190 – 32.297 – 3,1
Estonia 101 – 1.319.133 – 13.061 – 7,7
Finlandia 200 – 5.513.130 – 27.566 – 3,6
Francia 577 – 67.221.943 – 116.503 – 0,9
Germania 709 – 82.850.000 – 116.855 – 0,9
Grecia 300 – 10.738.868 – 35.796 – 2,8
Irlanda 158 – 4.838.259 – 30.622 – 3,3
Italia 630 – 60.483.973 – 96.006 – 1
Italia (proposta) 400 – 60.483.973 – 151.210 – 0,7
Lettonia 100 – 1.934.379 – 19.344 – 5,2
Lituania 141 – 2.808.901 – 19.921 – 5
Lussemburgo 60 – 602.005 – 10.033 – 10
Malta 68 – 475.701 – 6.996 – 14,3
Paesi Bassi 150 – 17.118.084 – 114.121 – 0,9
Polonia 460 – 37.976.687 – 82.558 – 1,2
Portogallo 230 – 10.291.027 – 44.744 – 2,2
Regno Unito 650 – 66.238.007 – 101.905 – 1
Repubblica Ceca 200 – 10.610.055 – 53.050 – 1,9
Romania 329 – 19.523.621 – 59.342 – 1,7
Slovacchia 150 – 5.443.120 – 36.287 – 2,8
Slovenia 90 – 2.066.880 – 22.965 – 4,4
Spagna 350 – 46.659.302 – 133.312 – 0,8
Svezia 349 – 10.120.242 – 28.998 – 3,4
Ungheria 199 – 9.778.371 – 49.138 – 2
Considerate che si fa riferimento al numero dei deputati, ma per l’Italia, con il suo sistema bicamerale perfetto unico in Europa, dovremmo calcolare 945 parlamentari più 5 nominati, più gli ex Presidenti della repubblica. Completo con il numero dei parlamentari del parlamento europeo che sono 705 dopo l’uscita della Gran Bretagna dalla UE.
Dopo aver ricevuto le vostre opinioni, mi ripropongo di scrivere l’atto III sul tema per completare l’argomento con una piccola (non per la brevità, ma per i miei limiti dovuti alla mancanza di esperienza parlamentare) riflessione su quanto detto sopra.