VATICAN HORROR V
Orianna Fallaci fu la prima a sollevare dubbi sulla sentenza, seguita poi da molti altri. Lo stesso Pelosi avrebbe confessato, poi, la presenza di cinque uomini arrivati sul posto su una Fiat targata Catania, tra i quali Franco e Giuseppe Borsellino, esponenti dell’MSI del Tiburtino. Pelosi, morto nel 2017, commentò, anni dopo il processo:
«Se tu uccidi qualcuno in questo modo, o sei pazzo o hai una motivazione forte: siccome questi assassini sono riusciti a sfuggire alla giustizia per trent’anni, pazzi non sono certamente. E quindi avevano una ragione, una ragione importante per fare quello che hanno fatto…».
Pino Pelosi
Sono passati oltre cinquant’anni da quel 27 ottobre 1962, quando l’aereo su cui viaggiava Enrico Mattei precipitò nella campagna pavese. Cinquant’anni di omissioni, bugie, depistaggi di Stato che hanno visto anche la stampa in gran parte schierata a confondere fatti e prove anziché contribuire a cercare la verità, così come dimostra questo libro, secondo la drammatica ricostruzione di Sabrina Pisu e del p.m. Vincenzo Calia, titolare dell’inchiesta avviata nel 1994 e conclusa nel 2003. Non si trattò di un “tragico incidente”, fu “un omicidio deliberato”, qualcuno sabotò l’aereo che precipitò in seguito a un’esplosione. Calia offre un quadro completo dei motivi per cui molti volevano fermare Mattei. Le ipotesi costruite su una documentazione vastissima, raccolta in anni di ricerche, sono rivelatrici. Come scriveva Bocca, “la verità dà ancora fastidio”, troppi gli interessi in gioco. Il giornalista Mauro De Mauro, sollecitato dal regista Francesco Rosi a collaborare alla lavorazione del film “Il caso Mattei”, scomparve nel nulla subito prima delle rivelazioni che si apprestava a fare. Chi nel tempo provò a indagare sulla sua morte fu ucciso: il commissario Boris Giuliano, il pm Pietro Scaglione, il generale Dalla Chiesa, il colonnello Ninni Russo, il giudice Terranova. Anche Pasolini, che stava scrivendo il romanzo “Petrolio” con protagonista il successore di Mattei, Eugenio Cefis, fu ammazzato. Vite sacrificate per servire lo Stato e che lo Stato, incapace di processare sé stesso, non ha difeso.
Cosa c’entra il Vaticano, direte voi ed a dire il vero me lo chiedo anche io; interessate all’eliminazione di Mattei potevano essere solo le società petrolifere americane, le 7 sorelle come le aveva soprannominate lo stesso Mattei.
Per non scrivere un’enciclopedia su questo vi dico soltanto che il 6 e 7 giugno 2018 a Torino si è tenuta una convention del Bilderberg (ho trattato l’argomento Bilderberg nelle pagine di politica di questo Blog) e per il Vaticano vi ha partecipato il cardinal Parolin; nello stesso periodo a Roma è stato promosso, sempre da papa Francesco, un summit tra il vaticano e le sette sorelle oltre ad alcuni big della finanza internazionale tra cui Larry Fink, azionista di peso di Intesa San Paolo. Cosa avranno fatto tutti insieme? Secondo me hanno recitato i vespri. Ma come sempre in questi casi spuntano i complottisti, i maldicenti che diranno che si è trattato di rivedere gli accordi commerciali che durano dai tempi del nazismo. IO non ci credo e non tentate di convincermi. Al massimo papa francesco avrà detto loro che il cristianesimo predica la povertà e quindi devono donare tutti i loro averi ai poveri; ecco, io sono fermamente convinto di questo.
Sospendiamo per il momento questo vaneggiamento e mi ritiro a recitare il “mea culpa”.
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20 febbraio 2022 Enrico Masucci