Società_Vecchia

bisogna costruirsi la vita come un’opera d’arte e la vita creata, per una persona d’intelletto, deve essere opera sua (D’Annunzio)


INDICE

ddl Zan

il nucleo centrale della società: la famiglia

mafia

solidarietà

parità uomo donna

Giancarlo Fornari

Maradona

dialetto toscano

vita carceraria 2

dialetto marchigiano

vita carceraria 1

indifferenza sociale

Sonia Romano

coronavirus

 


DI CHE SESSO SEI?

    Prima di entrare nel merito della seconda parte dell’argomento famiglia, mi corre obbligo dare atto al premier Draghi per la posizione assunta in merito all’intervento del vaticano sul ddl Zan. Una delle mie preoccupazioni su questo governo era la confessionalità di alcuni componenti tra cui il premier stesso; ebbene sono stato smentito: rivendicando la laicità dello stato, Draghi ha diradato le nubi su questo argomento. Probabilmente se nel ddl fosse stata introdotta una norma salva pedofili, il vaticano sarebbe stato soddisfatto e non avrebbe creato il problema.

Devo confessare che prima d’ora non ho avuto la curiosità di approfondire un tema che, per quanto mi riguarda, davo per scontato, ma dopo aver sentito pareri e commenti sulla questione sono entrato in totale confusione, il che mi ha costretto a chiarire le idee.

Inizialmente pensavo che fosse una ipotesi di legge a sé stante che volesse introdurre una nuova fattispecie normativa avulsa dal codice penale, viceversa, appena scaricato il ddl leggo: “All’articolo 604-bis del codice penale sono apportate le seguenti modificazioni…”. Sorpresa, non introduce (si può dire introduce?) niente, completa una presunta carenza del nostro codice penale.

I “litigi” che si susseguono tra i partiti vertono sul termine “identità di genere”; ma è poi così importante questa definizione, come titolata dall’art. 1 del ddl?

In uno studio del 2008, quindi non influenzato dalla materia di cui ci stiamo occupando, leggo in un articolo di Cecilia Robustelli intitolato “lingua ed identità del genere” che lo sviluppo di questo e della cultura delle pari opportunità rappresenta un obiettivo fondamentale del processo educativo dei soggetti in formazione. Di qui la necessità di aggiornare gli strumenti d’istruzione come proposto da una direttiva del Consiglio dei Ministri del 27/03/1997 che riconosce l’obiettivo strategico B4 del progetto Polite, in cui si rileva la necessità di riformare la didattica in tal senso, di educare le persone al rispetto dell’identità di genere. Lo stesso articolo si preoccupa di precisare cosa si debba intendere per genere, non dal punto di vista grammaticale ma di quello biologicamente morfologico; non è legato al sesso, ma alla struttura sociale psicologica e culturale, che si collega al sesso, della persona .

La circolare predetta, con l’identità di genere, non si limita al rispetto degli omosessuali, ma abbraccia tutte le discriminazioni che derivino da una cultura maschilista della società, salvaguardando anche i diritti delle donne, delle razze e delle fedi religiose ed avendo come obiettivo la parità dei diritti.

Eliminando dalla legge i riferimenti alla identità di genere ed alla scuola, non solo si vanifica la legge stessa, ma si annullano, tra gli altri, i diritti delle donne; non è come vogliono far credere Renzi e Salvini una semplice questione ideologica ma si vuole subdolamente riportare indietro l’Italia.

Forse sono spaventati che possa succedere questo?

Ecco ciò che non potrai più mangiare e bere con il culinario DDL Zan.

Pene (nell’accezione giuridica e non anatomica):

Culatello: 2 anni e 6 mesi

Finocchiona: 3 anni e 8 mesi

Finocchi gratinati: 2 anni

Spaghetti alla puttanesca: 1 anno e 6 mesi

Coglioni di mulo: equiparato al reato di lesioni colpose

Cazzimperio: derubricato

Grattaculi: 1 anno e 8 mesi

Nero di Troia: 6 anni, oppure obbligo di disintossicazione.

Passerina: Ergastolo!

Tranquilli tutti, l’art. 4 del ddl Zan prevede che si possa parlare liberamente, nel rispetto del pluralismo e delle persone.

Detto questo, non mi sembra che alcun politico abbia risposto adeguatamente alle proposte di modifica, confermando il basso livello culturale e di senso dello stato dei nostri rappresentanti

Se vi va di vedere di persona, allego i link utili:

https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/356433.pdf https://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?Id=16436

08/07/2021                                                                      Enrico Masucci


SALVIAMO LA FAMIGGHIA

È l’appello che sento sollevare molto spesso dagli schermi televisivi e dalle pubblicità occulte che i media inviano quotidianamente con subdoli messaggi mediatici.

Non sono un consumatore abituale di programmi televisivi che trovo fuorvianti e per questo evito di guardarli, anche per il taglio spettacolistico che molto spesso danno ad argomenti che meriterebbero più serietà nella loro gravità; nelle rare volte che vi assisto, noto un rilancio ed una difesa a favore del vaticano e della famiglia, intesa in senso tradizionale, quasi a livello di crociata.

A “i soliti ignoti” le vincite sono state devolute, tra gli altri, ad un’associazione gestita dai gesuiti e per questi “religiosi” ho già trattato in merito alla massoneria; nelle trasmissioni mattutine sono molto spesso trattati argomenti di natura religiosa o in altre, anche private (deve essere stato dato un ordine di scuderia) si tende ad esaltare il modello tradizionale, naturalmente uniti dai sacramenti o, al massimo, ma non è il più gradito, con rito civile. Il nucleo familiare innanzitutto e, salvo casi di violenza domestica, deve essere “imposto” il suo stampo esecrando chi vuole modificarlo, obbligando così, molto spesso, i componenti a vivere nella più avvilente ipocrisia.

Una sterzata confessionale targata Draghi.

Anche sulla religione ho espresso il mio pensiero nell’apposita sezione del blog ed insisto col dire che fino a che non ci libereremo, prima di tutto mentalmente, del vaticano, difficilmente riusciremo ad impostare una società basata realmente sulla parità dei diritti e sull’equità sociale, non discriminante e rispettosa delle diversità individuali.

Nonostante in secoli di storia si sia reso protagonista dei più efferati delitti, ancora moltissime persone credono nell’istituzione papale; non è stato sufficiente smascherare la truffa del potere temporale attraverso il falso atto di donazione di Costantino (eravamo nel medio evo e Lorenzo Valla non poteva certo avere seguito), o, più recentemente, la scoperta che la sacra sindone può risalire al massimo al 1400, oppure che Erode, che ordinò la strage degli innocenti per eliminare il figlio di Dio, era morto 4 anni prima della nascita di Cristo (se realmente esistito).

Che dire poi degli innumerevoli casi di pedofilia maturati in seno alla chiesa: è normale che in una grande comunità possano trovarsi mele marce, ma la colpa peggiore è dell’istituzione che li ha protetti finché ha potuto.

Sono curioso di verificare come si sono evoluti i popoli “senza Dio”

12 giugno 2021                                           Enrico Masucci

nuovo commento

Posto che non sono un fervido praticante e che credo che la famiglia del mulino bianco sia semplicemente un espressione per significare ciò che non potrà mai esistere, credo però che non potremo mai .esimerci dall’usare frasi come …Dio mio…o…mamma mia…!!!

Tonino

 

 

 


BACIAMO LE MANI

Sia ben chiaro che non intendo spezzare alcuna lancia a favore della mafia, ma solo analizzare la genesi di un fenomeno per cercare di capirne i motivi della sua origine. Questo aiuterà ad ipotizzare gli stessi presupposti per altre situazioni analoghe.

Per unanime convergenza, confermata dalla commissione d’inchiesta bicamerale iniziata nel 1962 e terminata nel 1976, gli storici considerano il momento dell’unità d’Italia quello in cui si sviluppò l’antistato, da non confondere con il contemporaneo fenomeno del brigantaggio di connotazioni diverse da quelle della mafia; i primi attentavano le proprietà private per un proprio arricchimento illecito e quindi erano contro i nobili ed i feudatari, i secondi si ponevano al servizio dei proprietari per difenderli, in pratica gli eredi dei “bravi” di manzoniana memoria.

Pur essendo antagonisti, mafiosi e briganti rappresentavano una perfetta simbiosi: le due facce di una stessa medaglia, i briganti minacciavano i latifondisti ed i mafiosi traevano vantaggio offrendo loro protezione.

Con l’avallo dei potenti isolani, l’organizzazione mafiosa non poteva che rafforzarsi penetrando sempre di più nella società italiana arrivando fino ad occupare posti nella politica (Ciancimino fu sindaco di Palermo e Salvo Lima addirittura europarlamentare, per non parlare dei sospetti su Andreotti e Fanfani)

Ma veniamo alle cause ed ai perché: quando il sud fu annesso e colonizzato dal nord fu spogliato di tutti i suoi beni, compresa la dignità: è noto che al momento dell’unificazione le casse dei Borboni contavano circa 440 mln di lire contro i circa 20 dei Savoia che ovviamente passarono di proprietà; ma non solo soldi, anche la tecnologia avanzata fu requisita (nota quella dei macchinari tessili di San Leucio che arricchirono i Marzotto) e come se non bastasse fu inventata la suddivisione tra comuni aperti e comuni chiusi con la legge 1827 del 3 luglio 1864.

Tale suddivisione non era un semplice catalogare i territori in base al numero di abitanti, ma era finalizzata a far pagare le tasse al sud (comuni chiusi) per far usufruire dei benefici il nord (comuni aperti) Che dire poi delle condizioni dei prigionieri borbonici, Fenestrelle è stata un modello per Auschwitz, dei loro 40.000 ne sopravvissero circa il 10%.

Con questi presupposti non è difficile immaginare la mentalità di chi nasce al sud compresa la propensione all’evasione fiscale.

A questo proposito mi viene alla mente il problema dell’immigrazione, clandestina o meno. Gli stati cosiddetti civili potrebbero risolverla radicalmente: basterebbe restituire agli stati invasi quanto depredato durante secoli di colonizzazione, vedrete che non si fanno più vedere, anzi saremo noi a fare i “vo’ cumprà” da loro.

In conclusione, condanniamo non solo la mafia, ma la violenza tutta e a distanza di 161 anni, istituiamo il giorno dell’integrazione tra le persone di qualunque colore, sesso tendenze o cultura esse siano.

5 giugno 2021                                                            Enrico Masucci

indico il link della legge del 1864, non essendo riuscito a fare il copia ed incolla

https://www.sba.unifi.it/upload/scienzesociali/mostre/costruire_italia/dazio_consumo.pdf

pubblico il commento ricevuto:

Tonino: Ho molto apprezzato il passaggio in cui affermi che la mafia ha ottenuto successo e credibilità quando ha iniziato a difendere i parvenu dalle angherie dei briganti.


CASO UMANO

Oggi ho ricevuto questa mail e pur non essendo propenso a promuovere iniziative a favore di chi si trova in difficoltà, in questo caso non mi sento di mettere la testa dentro la sabbia e pongo alla vostra attenzione il caso.

La signora in questione, che vive a Latina, si trova al limite della resistenza umana per aver subito angherie di tutti i tipi; da parte mia posso assicurarvi che ho fatto verifiche per accertarne l’autenticità.

Sabrina vive in uno stato di estrema indigenza (dorme per strada davanti la questura che le ha anche donato una coperta per ripararla dal freddo) per poter avere modo di mantenere un sottile filo che la faccia sentire vicina a sua figlia Ylenia toltale dagli assistenti sociali (CHI ISPIRA QUESTA AZIONE IGNOBILE, SI SA). Da quel che ho potuto capire, ci troviamo di fronte ad un nuovo caso Bibbiano, come lo definisce la stessa Sabrina; la figlia ha un problema di salute ed alla casa famiglia dove è stata affidata lo stato corrisponde un compenso più consistente di quello dato per un bambino normale, si parla di importi giornalieri a tre cifre: il businnes è evidente.

Qualora voleste saperne di più, potrete approfondire guardando i profili facebook “Sabrina soster” e “Sabrina Ylenia Soster” e chi volesse aiutarla insieme a me l’iban è SABRINA SOSTER IT59L3608105138290634390640 POSTEMOBILE S.P.A. Potete anche vedere questo link https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.gospanews.net/2019/11/10/la-mia-bimba-malata-di-cuore-rapita-dallo-stato-e-imbottita-di-psicofarmaci/amp/&ved=2ahUKEwihw-fVorTuAhWTPewKHbOqCFAQFjAAegQIAxAC&usg=AOvVaw2RFIQ7UubVw2Usw3VoSUFW&cf=1

Riporto integralmente il messaggio di cui vi dicevo: “Caro Enrico, ti ringrazio sempre per il tuo aiuto, morale ancor prima di quello materiale, che mi dai in questo momento buio della mia vita. Ormai su di me la tempesta che si è abbattuta è diventata uno tsunami, sono in arretrato con le utenze di casa e non posso comprare neppure la bombola del gas per la stufa, per sopravvivere, oltre al reddito di cittadinanza, devo ringraziare gli abitanti che conoscono la mia storia e te che ti sei unito a loro. Scusa se non mi faccio sentire, comprenderai che il mio impegno assorbe tutta la giornata, ma sei sempre nei miei pensieri e ti ringrazio ancora per il tuo aiuto.Sabrina”

24 gennaio 2021                                       Enrico Masucci


OLTRE LE GAMBE C’E’ DI PIU’

Le belle donne sono oche giulive? Nell’immaginario maschile, o meglio, maschilista, una bella donna non può che essere sinonimo di superficialità e persona con scarsa attitudine al pensiero.

Prendiamo ad esempio Hedy Lamarr, la donna più bella del mondo come fu definita da Louis B. Mayer capo della Metro Goldwin Mayer, il cui volto, alla prima apparizione sugli schermi fece esclamare che la bellezza dell’attrice toglieva letteralmente il fiato.

Se provassimo a fare una ricerca di mercato, ben poche persone ricorderebbero la Lamarr come una donna intelligente ma solo come una bellissima attrice che per prima, nel 1933, (film porno a parte) accettò di essere ripresa completamente nuda nel film estasi; eppure con la sua intelligenza ed il suo intuito pose le basi per il sistema del bluetooth ed i moderni telefoni cellulari.

Era un’autodidatta, anche se aveva frequentato la facoltà di ingegneria, che durante la seconda guerra mondiale mise a punto un sistema (insieme ad un suo amico musicista che coinvolse nell’attuazione della sua idea: George Antheil) che consentiva di mettere fuori rotta i missili radiocomandati e per questo fu insignita di molti riconoscimenti tra cui l’oscar per le invenzioni.

Anche la forma degli aerei moderni la si deve a lei in quanto l’industriale aereo Howard Hughes credendo in lei, le mise a disposizione il suo staff tecnico per studiare un modello più veloce ed aereodinamico rispetto a quelli, di forma più quadrata, esistenti all’epoca.

Non è solo lei a far arrovellare il fegato a noi maschietti, una certa Natalie Portman bellissima attrice laureata in psicologia ad Harward, parla fluentemente cinque lingue; Aishwarya Rai, miss mondo 1994 ed attrice di Bollywood laureata in architettura ed anche lei a conoscenza di cinque lingue; Victoria Zdrok coniglietta di Play Boy, ma anche in possesso di una laurea magna cum laude e che ha conseguito successivamente un dottorato in legge, uno in psicologia e, non contenta, anche uno in sessuologia; Tera Patrick che ha conseguito un bachelor in microbiologia e con cui mi piacerebbe molto lavorare, è un’attrice a luci rosse.

D’altronde qualcuno ha detto che Dio ha creato prima l’uomo della donna perché occorre sempre una prova prima di generare un capolavoro.

09 dicembre 2020                                     Enrico Masucci


L’ALTRA FACCIA DELLA LUNA

(Nessuno si aspetta burocrati intelligenti)

Oggi vorrei parlare di una persona il cui nome, come quello di tanti altri che ogni giorno portano avanti le proprie idee senza avere la risonanza mediatica che meriterebbero, è sconosciuto ai più ma che con le sue iniziative ha contribuito a migliorare la vita di noi italiani. È Giancarlo Fornari*

Ciao Giancarlo, il 24 dicembre fanno esattamente dieci anni che non possiamo sentirci o parlarci né vederci ed io vorrei dare voce a nome di tutti coloro che come me ti sono stati amici e con cui hai dibattuto le idee che erano alla base della tua filosofia di vita.

Il pericolo in questi casi è quello di cadere nella retorica, ma non con te, tu sei stato una fucina di evoluzione del pensiero e non solo dal punto di vista della fiscalità. Con il tuo modo di essere e di fare con semplicità hai offerto agli italiani una migliore qualità di vita.

Esponevi le tue idee così quasi per caso, magari durante una cena una di quelle tante che abbiamo fatto insieme ai nostri amici e da cui sono uscite iniziative come i Centri di Assistenza Fiscale o magari  capitava che te ne uscissi con una cosa tanto semplice da realizzare ma che nessuno aveva, prima di te, pensato alla sua attuazione: “lo statuto del contribuente” .

Mi torna alla mente il tuo entusiasmo quando ti esposi un’idea che mi era venuta per affrontare il problema dell’evasione fiscale con semplicità. La lotteria degli scontrini fiscali che esposi ai dirigenti del ministero nel 2011 e che fu accolta con scetticismo, ad eccezione di un vice che probabilmente è diventato lui il titolare del dicastero al momento dell’inserimento della norma nella legge di stabilità del 2017, perché la consideravano immorale. Dal primo gennaio prossimo troverà attuazione anche in Italia dopo che gli esperimenti fatti a Malta e Portogallo, già dal 2014, hanno dato risultati lusinghieri (perdonate il mio egocentrismo, ma chi avesse la curiosità di leggere la mia idea, può farlo cliccando sul link https://www.contrappunti.info/archivio/evasioni-e-societa-di-comodo-nuovo-e-pesante-concetto/ sul sito apparentemente sembra scritto da Antonio Scaglione, altro amico del gruppo e direttore responsabile della rivista Contrappunti, la mia firma che ne documenta il “diritto d’autore” appare alla fine dell’articolo).

Nel sociale hai combattuto per quello che dovrebbe essere un diritto naturale di ogni individuo: il diritto a scegliere in piena autonomia quando accomiatarsi da questo mondo (io non la chiamo eutanasia o peggio suicidio, ma libera autodeterminazione) per questo hai dato iniziativa a “libera uscita” che fino a poco tempo fa proseguiva nel portare avanti la tua battaglia di democrazia.

Anche la rivista “Contrappunti” su cui, oltre che al mio blog, pubblico queste parole in tua memoria, è una tua creatura e gli amici hanno voluto che fossi io il tuo successore, all’insegna della continuità, per trasmettere il tuo messaggio di dignità e libertà dell’individuo. Non essendo un editore né un giornalista, ho lasciato che fosse mio figlio Leonardo a fungere da direttore editoriale ed in tale veste gli ha conferito un incipit culturale che onora la tua memoria

Grazie GIANCARLO per quello che hai fatto per noi tutti, amici, conoscenti e sconosciuti

 

*Giancarlo Fornari è stato direttore centrale, responsabile del settore comunicazioni del Ministero delle Finanze e fondatore anche della rivista Fiscooggi, docente universitario, autore di libri sia in campo politico che nella materia da lui insegnata, ma soprattutto è stato un uomo coerente.

3 dicembre 2020                                          Enrico Masucci


EROI DEL NOSTRO TEMPO

SE NE VANNO SEMPRE I MIGLIORI, l’ultimo dei decessi eccellenti è stato quello di Diego Armando Maradona, indiscusso calciatore fuoriclasse degli ultimi 50 anni, questo limite temporale è per non aprire un dibattito se sia stato lui o Pelè il migliore.

Anche a me dispiace, come dispiacciono molto di più le migliaia di morti causati dalla pandemia o quelle che riguardano i giovani o peggio ancora i bambini.

La commozione che è nata nel mondo, nel suo caso, però ha pochi precedenti; il Manzoni si chiederebbe se “fu vera gloria?”. Come ho premesso non metto in discussione lo sportivo, ma l’uomo; passando dal 5 maggio al Foscolo, “a egregie cose i forti animi accendono le urne dei forti o Pindemonte” e come uomo non mi sembra che abbia dato esempi da seguire. Dall’assunzione di droghe alla mancanza di senso di responsabilità nel riconoscere i figli nati da incontri occasionali o anche stabili, quale esempio può essere per l’umanità in generale e per i giovani in particolare?

Così è, se vi pare, il mondo si esalta per i propri beniamini calcistici, ma ben poco per chi ci ha arricchito di insegnamenti ed abnegazione verso il prossimo; ricordo che nel 2013 morirono diversi personaggi degni di “esaltazione” in tal senso: da Margherita Hack a Rita Levi Montalcini, da Nelson Mandela al sindaco di Roma Ugo Vetere, che oltre ad essere stato uno dei migliori sindaci fu anche protagonista di un episodio che gli valse la medaglia d’argento al valore civile con la seguente motivazione «In occasione dell’irruzione in un edificio scolastico di uno squilibrato, che dopo aver ucciso il bidello sequestrava una scolaresca, proponeva, invano, all’individuo di offrirsi come ostaggio; dopo un estenuante dialogo con il folle lo induceva a consegnargli l’arma, assicurandolo alla giustizia.», ma morirono anche personaggi dello spettacolo come Anna Proclemer o Giuliano Gemma che ho conosciuto personalmente, o Luigi Magni la cui frequentazione mi infuse una certa curiosità di approfondimento della storia risorgimentale italiana o Little Tony a cui i media dedicarono ampi spazi nella cronaca del tempo relegando al sindaco Vetere un trafiletto passato inosservato.

E’ vero, Maradona ha fatto azioni benefiche quali la partecipazione alle partite del cuore, ma più per condiscendenza verso le telecamere che non per reale filantropia, a mio parere: la cosiddetta carità pelosa. Ricordo che una volta mio figlio organizzò un incontro al teatro Flaiano, con incasso a favore dell’UNICEF, per raccontare aneddoti sulla storia della Roma calcio ed invitò un calciatore famoso il quale, sapendo che l’evento non avrebbe avuto risonanza mediatica per volontà di Carlo Zampa, che non ama pubblicizzare le proprie opere benefiche, declinò la partecipazione.

In conclusione, condoglianze per la morte di Maradona, ma …. è morto (un) il re, viva il re.

26 novembre 2020                                    Enrico Masucci

aggiungo il commento arrivatomi adesso

Caro Enrico io penso che se questa pur drammatica notizia della morte del più grande calciatore del mondo, fosse avvenuta in tempi cosiddetti normali, le manifestazioni di affetto nei confronti di Maradona sarebbero state più che giustificate, in quanto anch’esso ha rappresentato una parte importante della vita del nostro Paese, e del mondo intero nell’ultima parte del secolo scorso. Non a caso uno dei più grandi giornalisti appunto del 1900 ( da molti considerato il più grande di sempre ) Gianni Brera , considerava il calcio ” cultura “, tanto che appellava il football ” arte pedatoria “, cosi come arte e cultura sono il teatro, la musica, ecc. Purtroppo pero’ la morte del Pibe de Oro è avvenuta in un periodo difficile per l’intero pianeta, e quindi convengo con te che i comportamenti avrebbero dovuto essere un po’ meno passionali, per non superare le misure di contenimento a cui, nostro malgrado, siamo soggetti e tanto più in occasione delle prossime festività.

Aggiungo il commento di

Daniela:

Maradona è stato un genio e come spesso accade ai geni viveva di eccessi. Talvolta genio e saggezza combaciano altre volte genio e dissolutezza vanno a braccetto. E’ il grande calderone umano.


DIALETTO TOSCANO

Visto che sono partito dalle Marche, proseguo la dissertazione nel centro Italia con il vernacolo, parlata caratteristica genericamente di un centro o di una zona limitata, ma che oggi si identifica nel dialetto fiorentino personalizzato, secondo una tesi molto contestata, dall’influenza etrusca della gorgia.

Secondo alcuni studiosi, il fatto che le prime vie di comunicazione (la flaminia e la salaria) tagliassero fuori quel territorio avrebbe permesso agli abitanti di mantenere ben radicata la lingua latina senza che quella etrusca riuscisse ad imporsi su di essa. Ma questa tesi non convince dato che già dal II secolo a.c. la cassia raggiunse Firenze e comunque è dall’anno mille che si cominciano a formare i vari idiomi.

Intorno al 1200 in toscana vi erano quattro dialetti: il pisano-lucchese, il senese, il fiorentino e l’orientale, almeno come ce li elenca Dante Alighieri nel “De vulgari eloquentia” e non era il vernacolo quello che primeggiasse sugli altri. Furono Boccaccio e Petrarca, peraltro non fiorentini, a dare impulso al dialetto fiorentino che ben presto divenne egemonico rispetto agli altri.

Ma passiamo alle peculiarità del dialetto, la c aspirata è quella che domina la parlata dei toscani: ‘asa per casa, ‘un per non e poi ci sono i vocaboli tipici della zona; cominciamo da babbo. Dante nel De vulgari eloquentia critica l’uso del termine babbo e nel XXXII canto dell’inferno scrive “Ché non è impresa da pigliare a gabbo / discriver fondo a tutto l’universo, / né da lingua che chiami mamma o babbo”, ossia: non è impresa da sottovalutare quella di chi voglia spiegare l’universo usando le parole di una lingua in cui si dice “mamma” e “babbo”. Il Collodi fa esclamare più volte a pinocchio, mentre era nella pancia del pescecane (la balena è nella versione della Disney) “Babbo, babbino caro, babbino mio“. Anche Giacomo Puccini nella sua opera “Gianni Schicchi” fa usare a Lauretta il termine babbo. Quale termine bisogna usare in conclusione, papà o babbo? Per la verità la vexata quaestio tra “papà” e “babbo” era tipicamente ottocentesca, tanto che nel 1865 Giuseppe Frizzi, scrive: “Padre è la voce vera e nobile, la quale si riferisce a tutti i padri in generale; e si trasporta a significare paternità spirituale, e comecchessia Colui che primo ha dato origine a una cosa. – Babbo è voce da fanciulli, ed è usata anche dagli adulti a significazione di affetto, e suol dirsi parlando del proprio padre o del padre di colui a cui parliamo. – La voce Papà è una leziosaggine francese che suona nelle bocche di quegli sciocchi, i quali si pensano di mostrarsi più compiti scimmiottando gli stranieri“. Cari toscani usate la voce che più vi piace, l’importante è che l’affetto per il genitore non muti a seconda del termine.

Si sa che i toscani amano scherzosamente apostrofare gli amici, per cui la cadenza naturale dei discorsi spesso è “grullo (o strullo) e bischero”, con il significato di sciocco. tutte e due le parole hanno origini storiche ben precise: la prima ci viene tramandata dalla Firenze rinascimentale in cui la nobile famiglia Dal Borgo, proprietari del palazzo sito in via della scala, organizzava la tradizionale festa dello scoppio del Carro (brindellone) fornendo altresì due buoi e due persone (i grulli) che dovevano accudirli. Da allora per grullo si intende una persona semplice e sciocca. Il termine “bischero” risale addirittura al XII secolo ed ancora oggi c’è un incrocio, tra via dell’oriuolo e piazza del Duomo che porta il nome di “canto dei bischeri” ed anche questa è legata ad un casato a quello, appunto, della famiglia dei Bischeri, tra le più ricche di tutta Firenze. Erano proprietari dei terreni di quella zona e si narra che verso la fine del 1200 il governo offrì loro un’ingente somma di denaro per acquisirli e costruirvi sopra il Duomo; i Bischeri, fiutando l’affare, rifiutarono l’offerta sperando di trarne un maggior guadagno, ma il governo si spazientì ed espropriò quei terreni per pochi soldi. Lo smacco costrinse la famiglia a lasciare la città per farvi ritorno solo nel 1500 dopo aver cambiato il cognome in Guadagni perché il primo era ormai bollato di infamia. Da allora il termine bischero viene usato per indicare una persona poco furba.

Per rimanere in tema di ingenuità, concludo con un sonetto di Rustico Di Filippo “oi dolce mio marito Aldobrandino”

Oi dolce mio marito Aldobrandino, rimanda ormai il farso suo a Pilletto, ch’egli è tanto cortese fante e fino, che creder non déi ciò che te n’è detto. E non star tra la gente a capo chino, ché non se’ bozza, e fòtine disdetto; ma, sì come amorevole vicino, co noi venne a dormir nel nostro letto. Rimanda il farso ormai, più no il tenere, ché mai non ci verà oltre tua voglia, poi che n’ha conosciuto il tuo volere. Nel nostro letto già mai non si spoglia. Tu non dovéi gridare, anzi tacere: ch’a me non fece cosa ond’io mi doglia.

Traduzione

O dolce marito mio, Aldobrandino, restituisci pure a Pilletto il suo panciotto, poiché egli è un giovane tanto cortese e raffinato che tu non devi credere a quanto ti viene detto sul suo conto. E non camminare tra la gente a capo chino [non vergognarti], poiché non sei cornuto e te ne faccio smentita; ma lui, come vicino amorevole, venne a dormire nel nostro letto [a farci visita]. Restituisci il panciotto, non lo tenere oltre, poiché [Pilletto] non verrà più qui contro la tua volontà, visto che ora conosce il tuo volere. Non si spoglierà più nel nostro letto. Tu non dovevi gridare, dovevi anzi stare zitto: infatti lui non mi ha fatto nulla di cui io possa lagnarmi.

20 luglio 2020                                    Enrico Masucci


URLA DAL CARCERE

Sono un cinquantottenne .

Purtroppo molti di questi anni li ho passati ristretto presso i “bagni penali” in lungo e in largo nella penisola . Ho incontrato e visto di tutto; ho sempre cercato, fortunatamente riuscendovi, di non farmi mettere “le manette” nella mente! In un certo senso mi sento beato, perché ho tramutato il negativo in positivo, passando burrasche e tornado. Ho visto il male; a volte l’ho procurato anch’io, allontanandomi dai veri affetti che avevo e che ora purtroppo non ho più. Ho incontrato persone che mi hanno aiutato a scoprire ciò che non vedevo e a ritrovare la vera fede che mi ha fatto scoprire la parte buona che è in ognuno di noi. E oggi, più che mai, sono convinto che il bene prevale, e prevarrà sempre sul male, che aimè siamo sempre noi ad alimentare!

Mi permetto di aggiungere qualcosa in materia di giustizia.

Ci vuole qualcosa che bonifichi gli acquitrini fra le sbarre. Si perché se si può fare qualcosa per fare progredire i cittadini detenuti, questo deve essere tentato. Ora c’è abbandono, e io credo che bisogna impartire lezioni di scuola a tutti i detenuti, offrire opportunità di lavoro a tutti. Stimolare psicologicamente tutti; le guardie penitenziarie devono essere istruite a un compito più alto della semplice sorveglianza.  L’agente di custodia deve aver un livello d’istruzione e di conoscenza superiore. Utopia? non credo, poteva sembrare utopico anche senza paludi. Si può fare molto per abbassare il tasso di recidività: per il bene di tutti, “un detenuto istruito e che impara un lavoro ha meno probabilità di continuare a delinquere. Si spenda di più per guadagnare di più Ovviamente la giustizia ha bisogno di certezza e d’immediatezza. Credo che tenendo presenti i numerosi casi di colpevoli che si scoprono innocenti, un indulto non sarebbe così inaccettabile. E’ una tradizione millenaria concedere ogni cinque anni una cancellazione del debito e mi riferisco alla Bibbia; considerando che l’indulto del 2006 ha avuto un  effetto non equilibrativo. Un provvedimento di clemenza non contraddirebbe la politica di uno stato forte, il problema è tutto qui: la clemenza dei forti. Le carceri sono luoghi di detenzione e di espiazione più che di redenzione; alcune sono più ospitali di altre più confortevoli e con migliore assistenza, ma tante , troppe gridano ancora vendetta al cospetto di Dio. Colpa di chi? colpa non solo di chi le amministra, ma anche del cittadino, indifferente a quel che succede dietro le sbarre. La cosa penso non lo riguardi perché è un cittadino onesto, che ama l’ordine e odia chi lo turba. Nelle carceri c’è chi è venuto meno alle leggi, chi ha sbagliato, chi ha rubato, spacciato droga, rapinato ucciso, nelle carceri c’è di tutto. Conosco e chi meglio di me le ha conosciute, è un vero incubo non gli sono stati risparmiati arbitri, angherie, umiliazioni, è uscito vivo, ma poteva uscirne morto, morto e contento perché dopo anni mesi di detenzione specialmente se ingiusta, non si vuole più vivere, si perde interesse per il mondo ci si sente irrimediabilmente sconfitti. Nelle patrie galere, come si chiamavano una volta, ci sono detenuti condannati in primo grado, ma che verranno assolti in secondo o  in Cassazione. Non hanno commesso alcun reato e si trovano li solo perché la giustizia avanza a passi di lumaca, o retrocede a passi di gambero, i processi civili e penali durano un’eternità e anche se il loro epilogo è la prescrizione ,l’effetto sull’imputato è atroce. Un paese civile, veramente civile si vede da come e quanto garantisce al cittadino una buona assistenza medica, una buona istruzione ed una buona giustizia. Se non lo fa abbastanza è un cattivo stato. Che dietro le sbarre, anche se la pena che gli è stata inflitta è giusta e deve scontarla senza troppi distinguo, non è una bestia, è un essere umano, e come tale va trattato,. :Dobbiamo rispettarlo e nei limiti del possibile aiutarlo a riscattarsi; indurendo su di lui e calpestando il suo amor proprio si aggiunge delitto a delitto. Colpevole non è più chi sta dietro le sbarre, ma anche chi non gli tende una mano, non gli dice una buona parola non gli dà speranza. Nessun uomo è un’isola, un filo comune lega i destini di tutti, dei buoni e dei cattivi, di chi è uscito dal seminato e da chi non ha mai fatto passi falsi; la fratellanza universale e’ un’utopia come tutte le utopie, destinata a restare utopia; Ma un po’ di altruismo ci vuole. Il mondo ha bisogno di giustizia giusta, ma anche di pietà, per chi si trova inceppato senza aver commesso reato . Più di questa giustizia incivile, sembra un’altra lotta continua ,schierandosi tra partiti, politici dell’asse parlamentare opposizioni e contrapposizioni, è veramente una vergogna anche per l’opinione pubblica e credo che il ministro della giustizia dovrà pur prendere spunto e con forza maggiore paragonare l’essenza, ossia sul piano delle carceri che sono principi autorevoli e fondamentali perché sono loro e la loro classe giudiziaria.

25 giugno 2020                                         Mario Torrenti


 DIALETTO MARCHIGIANO

Ho sempre pensato che a scuola dovrebbe essere obbligatorio lo studio di tre lingue: l’italiano, l’inglese ed il dialetto della propria zona di origine, importante per non farci dimenticare le nostre radici; anche i dialetti hanno diritto alla loro dignità costituendone patrimonio culturale legato alla storia.

Inizio pertanto, questa serie di … non so come chiamarle: amenità? facezie? discussioni? Chiamatele come vi pare, io parto dal dialetto marchigiano sia per un gesto di affetto verso mia nipote Mary, grande fan di questo blog, sia in omaggio all’amico Dante Ferretti, scenografo di grande fama internazionale.

Per capirne il dialetto si deve risalire al nome della regione, la zona marcava i confini dell’impero, da qui il nome di Marche ed inizialmente aveva una bipartizione: i celti al nord del fiume Esino ed i piceni al sud. Questo vuol dire che attraverso il suo territorio sono passate etnie di tutti i tipi lasciando ognuna l’influenza dialettale della propria lingua, per questo motivo nel vocabolario marchigiano (ma gli studiosi che spaccano il capello dicono che esiste più di un dialetto nelle Marche) vi sono termini in osco, etrusco, ellenico, latino e financo arabo e giapponese che per uniformarli si dovette ricorrere alla metafonesi. Secondo la principale corrente di pensiero, le Marche si possono dividere in quattro aree linguistiche:

– la provincia di Pesaro, il nord e la parte costiera di Ancona, appartenenti al ceppo gallo-italico, con una lingua derivante dal romagnolo.

– Il resto della provincia di Ancona e Macerata, influenzata dai dialetti umbri. In questo tipo di dialetto, data la sua ristrettezza, è difficile stabilire delle regole precise, ma abbiamo alcuni caratteri specifici, come il cambio di “i” in “e” e viceversa, come in “pelo” al plurale “pijie”, “pegno” al pl. “pigne”; “vetro” al pl. “vitre”; nei verbi, come in “meto” (mietere), che in seconda persona diviene “tu miete”; il cambio “uo” in “o”, così “buono” e “bona”, “posso” e “puoe”. Un’altra particolarità è l’assorbimento delle lettere, così caldo diviene “callo”, grande “granne”, quando “quanno”, etc.

– La zona circostante Camerino, dove si parla il dialetto più ortodosso in cui si mantiene la “-u” finale, senza confondersi con la “-o”, come in “lu monnu”, il mondo. Si ha inoltre un passaggio della “e” chiusa in “a”, come in “male” per “mela”, e della “o” in “e”, come in “fiere” per “fiore”.

– La provincia di Ascoli Piceno, in cui l’umbro è stato influenzato dall’abruzzese. anche il veneto è presente nella zona costiera I termini gallo-italici si riconoscono per la presenza dei suoni “ü” e “ö”; dalla caduta di alcune vocali, come in “stimana” per settimana; per le metatesi della consonante tonica, come in “arpià” per “ripigliare”, “arcudà” per “ricordare”; per la caduta di alcune vocali, come in “pover” per “povero”, “pranz” per “pranzo”; per il cambiamento della vocale sorda, come in “segondu” per “secondo”, “diga” per “dica”, “figu” per “fico”; la sofisticazione di tutte le vocali doppie.

 

Mi sembra doveroso in questo contesto ricordare i personaggi celebri a cui questa terra ha dato i natali, oltre al citato Dante Ferretti vincitore di tre premi oscar per la scenografia: da Leopardi il poeta a Rossini l’aperitivo ah no, scusate, il musicista, da Beniamino Gigli il cantante lirico di cui posso vantare una (lontanissima) affinità essendo mia madre cugina della cognata che mi sembra si chiamasse Adriana, a Giovanni Allevi, sempre per rimanere tra i musicisti; dal Bramante a Raffaello Sanzio tra i pittori.

Concludo con una frase in dialetto “oh và vo vé lo vì” che in italiano sarebbe “oh papà vuoi bere il vino” ; chiedo a Ferretti se si dice accuscì e se non mi rispondi “Pozza vinitte na sciorda a fischiu!

 

19 giugno 2020                                          Enrico Masucci

 

Commento di Middie

La Marchicianidà è na ficata: nda na mezz ora può ij da lu mare a la mondagna, da li shpiagge a li pishte da sci. Arushta furia!

IL CARCERE DEI DIVERSI

Ricevo e pubblico volentieri, il contributo fornitomi da una persona che ho conosciuto durante una mia degenza all’ospedale Pertini e di cui nutro stima

 

“Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni.” E’ una frase di Fëdor Dostoevskij tratta dal suo celebre libro Delitto e castigo

Sono Mario Torrenti un detenuto che sta scrivendo dall’infermeria del carcere di Rebibbia di Roma. Avendo trascorso circa metà della mia vita nelle carceri italiane, ho avuto modo di constatare e meditare su determinate condizioni carcerarie che rendono alcuni detenuti più detenuti di altri.

Sono le detenute madri con bambini rinchiusi nelle sbarre fino a che questi non arrivino ai 3 anni e ciò credo che sia una cosa disumana: che sarà di queste piccole anime innocenti traumatizzate, che dell’infanzia conoscono il tunnel della giustizia? Penso a loro essendo padre di quattro figli, posso immaginare un giorno quale choc possano vivere questi bambini nel crescere. Bisogna far sì che la società si renda conto del dramma di queste creature rinchiuse dentro quattro mura, dove non conoscono sin dall’inizio della loro vita il concetto della libertà.

I bambini sono patrimonio dell’intera comunità.

Vorrei che quanto prima si prendesse un provvedimento parlamentare per far sì che questi bimbi, insieme alle loro mamme di cui hanno vitale bisogno, siano accolti in una struttura senza sbarre e guardie in divisa, per farli crescere senza il pericolo che essi stessi diventino a loro volta criminali a seguito di una esperienza che li ha incisi così profondamente.

Altra categoria maggiormente penalizzata sono i diversamente abili, anche in questo caso vorrei che fosse preso un provvedimento parlamentare per rendere loro più semplici le condizioni quando sussistano delle barriere architettoniche. Basterebbe creare una struttura adeguata alle loro condizioni e sconterebbero così una sola pena. Il loro numero non è tale da impensierire il sistema, si eviterebbe così il supplizio aggiuntivo di dover subire le barriere architettoniche.

Io nel caso specifico sono affetto da crisi epilettiche “grande male”, una patologia che mi impedisce di mangiare ,di ingerire cibi solidi, per cui ho perso più di 40 kg e mi trovo in una situazione di deperimento che ha coinvolto anche le mie funzioni motorie. Sono padre di quattro figli e ritengo che anche loro abbiano l’esigenza ed il diritto di avere la mia presenza; se adeguatamente controllato, non credo che la società possa ribellarsi contro un portatore di handicap che sconta la sua pena detentiva ai domiciliari se la pena detentiva già scontata lo ha rieducato alla vita sociale.

Sono persuaso che chi è ammalato e mi creda che oltre a me in questa infermeria c’è chi rischia di chiudere gli occhi e non riaprirli più, possa scontare una pena alternativa al carcere e chiudere così il proprio conto con la giustizia.

Perche’ fare scontare due pene al reo ed una pena a degli incolpevoli?

15/06/2020                                         Mario Torrenti

Concludo l’intervento con una poesia scritta dallo stesso autore

Vorrei fermare lo sguardo su un’uccellino per distogliere i miei occhi da questa terra, perché nel bene o nel male c’è la pace, Altro che qua’ sotto con questo casino, Sarà che sogno e c’ho fantasia, ma io ce vivo de ste cose qua’ e se me levi questo con questo mondo infame me fai litiga. Però L’amore, quello ancora non l’hanno ammazzato, Perché nel core mio non c’è mica un morto ….. E se lo dico io fatece affidamento, è questa la parola de n’omo innamorato. È bello sapere che fori a ste sbarre c’è na maschietta che te vole bene te ferma i singhiozzi,e poi non te fa’ piagne anche se alle mani c’ho sempre le catene. E mo’ con sta condanna sulla schina che se ricconto alla coscienza mia tutto ciò che glie dico con lanternino me svaga la bucia. Ma voglio parla’ d’altro no’de sta’ galera, quella la vivo per tutta la giornata,e mo’ sta poesia me deve da na’mano a falla sta almeno un po’ lontana. Tornando all’uccellino sta’ poesia potrebbe pure parla, ma ne voglie ne fantasie infondo Er mondo ta poi comanda. Ammeno che non sei n’ergastolano strippando e sognando te sentirai un fesso. E l’uccellino è su nel cielo e vola, lo guardo e dico speriamo lui non conosca mai la gabbia, guardando su nel cielo me sentirei ancora più fesso.

17/06/2020.                           Mario Torrenti

Pubblico con piacere il commento di Patrizia da Brescia

Ci sono reati e reati. Certo, chi ruba per necessità, (una minoranza nella minoranza) come si suol dire, non dovrebbe neppure entrare in carcere. Tuttavia, secondo il tuo punto di vista, cosa è la giustizia?Se io commettessi un reato e ne sono consapevole, perchè mai non dovrei essere giudicata e quando ritenuta colpevole, non entrare in carcere? Se poi ho pure uno o più bambini, è ovvio che me li devo portare appresso perchè c’è una legge che sostiene il minore deve stare con la mamma, e fa niente se questa è una criminale. Dare in custodia a parenti o ad una famiglia fino a quando io non ho espiata la mia colpa, sarebbe una cosa giusta per i piccoli? Sì, meglio che stare dietro a delle sbarre. Sono innocenti quei bambini, non hanno alcuna colpa se si sono trovati dei demoni anziché un babbo e una mamma per bene.Non trovo giusto abbonare le pene, soprattutto se persistenti, con la scusa di tutelare i minori. Ad ogni modo, a Verziano, ( carcere femminile di BS) quei pochi bambini che sono dietro le sbarre, sono aiutati e supportati da pasicologi, sociologi e volontari che li fanno divertire con giochi di gruppo e li aiutano pure ad eseguire i compiti. Altresì, non rimangono 24 ore in carcere ma escono e poi la sera rientrano per stare con le proprie mamme. Non ricordo gli orari di uscita e rientro… ma so che non sempre guardano il cielo a quadri.

21/06/2020                                           Patrizia

Ritengo che il carcere debba tendere al recupero di chi sbaglia, gli unici a cui non concederei alcuna attenuazione sono quelli che si macchiano di reati infamanti contro i bambini. Nell’articolo mi sembra che sia questo l’indirizzo indicato

21/06/2020                                   E.M.

SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO

L’aforisma che è in bella mostra come slogan di questa sezione lo ripropongo come argomento di discussione di questo articolo.

Pochi giorni fa è apparsa sui giornali la notizia che in Pakistan una bambina di 8 anni, nata in estrema povertà, è stata torturata ed uccisa da una coppia di coniugi a cui era stata affidata perché provvedessero a farla crescere ed anche istruirla, in cambio di un aiuto nelle faccende domestiche. Motivo di tale infame delitto è stato quello di essere colpevole di aver lasciato scappare una coppia di pappagalli. Ad 8 anni. Inutile dire che da aiuto, era stata ridotta ad uno stato di schiavitù.

Frequento un social i cui argomenti trattati sono dei più faceti, quando non sono deliranti; la cosa ci può stare, di solito si frequentano per alleggerire la giornata trovando un momento di relax, ma si utilizzano anche come mezzo di confronto con gli altri per meditare sulle impostazioni di vita che ognuno di noi ha.

Ho postato l’argomento trattato in questo articolo su tale social per verificare se la mia indignazione fosse condivisa e se dalla discussione che ne avrebbe dovuto seguire potessero emergere idee che portassero a soluzioni per evitare che a questi bambini fosse privato di vivere la propria infanzia.

Totale risposte ZERO

nessuno che abbia detto una parola da cui trasparisse amarezza per la vigliacca azione compiuta da quei coniugi; io sarò fin troppo sensibile, ma quando leggo di episodi cruenti nei confronti dei bambini, anche se dovuti a casi fortuiti, non riesco ad evitare un senso di malinconia che mi toglie tutte le forze. Come possiamo sperare di fondare un mondo migliore se di fronte a fatti del genere rimaniamo indifferenti? Siamo diventati così aridi ed egoisti da disinteressarci di quello che accade in casa del nostro prossimo, anche se distante migliaia di km?

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno che potesse protestare

è un sermone del pastore Martin Niemöller sull’inattività del popolo tedesco in seguito all’ascesa al potere dei nazisti e delle purghe dei loro obiettivi scelti,

11 giugno 2020                                                                 Enrico Masucci

IL RITORNO DI SILVIA

Sono contento di leggere e sentire tutte quelle frasi contro Silvia Romano dopo la sua liberazione. Sì perché sono cadute le maschere dell’ipocrisia ed è stata mostrata all’Italia intera quale volto becero si nasconda in tanti di noi; millenni di conformismo confessionale a cui il servile sanfedista ottuso e meschino è stato educato dalla setta clericale, retaggio di cui bisognerebbe liberarcene al più presto, hanno conformato le nostre menti imponendoci una gabbia mentale da cui non si riesce ad uscirne. Ricordo che quando io e mia moglie volemmo sposarci, chi si oppose fermamente al rito civile, ma ci obbligò moralmente a seguire il rito religioso fu mio padre che riteneva il primo una soluzione inaccettabile; questo modo di pensare è comprensibile in un genitore se si esclude il fatto che mio padre era ateo.

Il solo fatto di essersi convertita alla religione islamica fa di lei una potenziale terrorista, con buona pace della libertà di culto garantita dalla costituzione; a dirlo è stato un deputato leghista punta di un iceberg formato dagli ottusi di cui dicevo prima, lui almeno ha avuto l’onestà intellettuale (che non vuol dire aver ragione) di metterci la faccia, tutti gli altri anonimi ignoranti

14 maggio ’20                                                                  Enrico Masucci

COVID19: SOLO DANNI?

Il coronavirus ha causato molti danni ma un merito lo ha: ha permesso di meditare ed a me piace fantasticare sulle più svariate situazioni che potrebbero capitare, o almeno desiderare. Così (ma non sono l’unico a farlo) mi sono lasciato andare a voli pindarici per immaginare quale futuro voler costruire per noi ed i nostri figli. Il covid19 si presenta come una fantastica occasione che dovremmo cogliere al volo, un treno che difficilmente potrebbe passare un’altra volta (almeno così si spera) e per questo bisogna mettersi subito al lavoro per ridisegnare il mondo  o perlomeno la nostra nazione di concerto con l’Unione Europea (non questa attuale, ma quella pensata da Spinelli e prima ancora di lui da Proudhon, altrimenti meglio non starci). Qual è  l’obiettivo finale da raggiungere? Per me è quello di creare un  ambiente basato sull’ecologia e la cultura; lo diciamo da sempre che l’Italia potrebbe vivere di questo, incrementando il turismo; si abbia il coraggio di metterlo in pratica, abbracciamo le energie alternative, incrementiamo i depuratori, liberiamo il mare e la terra dalla plastica, ma soprattutto modifichiamo noi stessi. L’intelligenza dell’uomo si misura nella capacità di rivedere il proprio pensiero cambiando atteggiamento, il modo di vivere e la predisposizione verso il prossimo.

Nei sotterranei dei nostri musei esistono migliaia di reperti che non vedranno mai la luce, tantovale vendere quelli meno fondamentali per noi e fare cassa per sistemare il bilancio dello stato

10 maggio 2020                                                             Enrico Masucci

emasucci

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Ho creato questo blog per far sì che ognuno di noi possa esprimere le proprie opinioni liberamente, senza condizionamento alcuno, per favorire quella riflessione che ci porti a ragionare con la nostra testa. Se riusciremo ad estrapolare i fatti dalle campagne di persuasione dei media e trarremo le nostre conclusioni in merito, saremo più liberi ed assorbiremo meno passivamente le tesi che il “potere” vorrebbe imporci.
Il primo segnale che ho avuto nel voler suggerire questa ispirazione di vita, che naturalmente dà fastidio a chi vorrebbe che si aderisse in modo inerte alle loro idee, me lo ha dato facebook che ha disattivato il mio account dove segnalavo unicamente l’uscita di un articolo per invitare gli utenti a leggerlo.
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