“Sono le otto e tutto va bene!” era la frase che si udiva sul ponte di coperta della nave quando avveniva il cambio di turno tra la guardia montante e quella smontante. È lo stesso che dicono quasi tutti i partiti ora che è smontato Conte e sta per montare Draghi.
Come vi ho detto in precedenza, Draghi mi sembra l’unica soluzione possibile (non la migliore) ed auspicabile in questo contesto per uscire dall’impasse in cui qualcuno dell’Italia Viscida ha voluto gettarci, forse su imput di qualcun altro.
Anche io però ho delle perplessità ed in parte ve le ho accennate: Draghi è un partecipante alle riunioni del bilderberg, anche se non fisso; è stato vicepresidente della Goldman & Sachs dal 2002 al 2005 e per questo fu indiziato per il pasticciaccio del debito greco, ma ha dimostrato di essere entrato dopo il fatto e comunque di non aver mai avuto competenze in merito, anche se ritengo che qualche suggerimento lo abbia fornito; la caratterizzazione prettamente finanziaria del suo curriculum professionale.
In un altro articolo di questo blog, auspicavo che la rinascita dell’Italia avvenisse sotto il segno dell’ambientalismo, della cultura e della ricerca come base di sviluppo economico e sociale per migliorare la qualità della vita del genere umano. Vedevo che questo mio pensiero era condiviso dall’uomo comune e dai partiti: oggi non ne sento più parlare.
La speranza è l’ultima a morire per cui aspettiamo le linee programmatiche che saranno comunicate.
In tutte le ricerche che ho effettuato non ho trovato nulla che vada contro il neo premier, a lui si deve il testo unico della finanza nel 1998 di cui però non ricordo l’effetto che fece, i giornali specializzati ne parlano bene, ma io oggi ritengo che il sistema bancario (quasi quasi rimpiango Cuccia) vada rifondato anche perché da allora ha avuto circa 70 modifiche ed ha operato in un clima conflittuale tra la Banca d’Italia e la Consob che hanno permesso che si verificassero casi come quello della banca Etruria, della Parmalat o della Cirio.
Aspettiamo anche la lista dei ministri per verificare la dipendenza o meno dalla malapolitica (se conferma De Maio agli esteri è un quaquaraqua).
In conclusione, obtorto collo, “viva Draghi”