Vorrei citare alcuni passi dal “DE VITA BEATA” di Seneca:
Prima bisogna stabilire dove vogliamo andare, poi considerare per quale via possiamo farlo nel modo più rapido. Capiremo durante il viaggio, se sarà quello giusto, quanto ogni giorno si procede e quanto siamo più vicini a dove il desiderio naturale ci spinge
“Decidiamo, allora, dove vogliamo andare e per quale via ma non senza un esperto che già conosca la strada che cominciamo a percorrere, perché certo non è come negli altri viaggi dove, se si è individuato il percorso e si chiedono informazioni agli abitanti, non si può sbagliare. In questo caso, invece, proprio le strade più battute e frequentate ci traggono in inganno. Soprattutto bisogna fare attenzione a non seguire, come pecore, il gregge di chi ci precede, perché non si va dove si deve andare, si va dove vanno tutti. Del resto non c’è cosa che per noi comporti mali peggiori del conformarsi all’opinione pubblica, considerando migliore quello che è accolto da più largo consenso. E siccome non ci mancano gli esempi, si finisce per vivere non secondo ragione ma imitando gli altri. Così capita come nei comizi, quando a meravigliarsi che certuni siano stati eletti pretori sono gli stessi che li hanno votati, una volta che il favore popolare (che è mutevole) è cambiato. Approviamo una cosa e la disapproviamo subito dopo: ecco il risultato di un parere espresso in base all’opinione della maggioranza.”
Come ho scritto in precedenza, in questo momento si sono scatenati i mercanti di dubbi, ed ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino disinteressandosi del benessere dei cittadini.
Dagli atti parlamentari di discussione sulla legge in questione, emerge come i nostri politici attuali siano preoccupati dal mantenere in vita lo status quo affinchè non perdano le prerogative acquisite, è un obbiettivo bipartisan. Per questo ho detto che qualunque voto si esprima, se non si cambiano le strutture delle leggi elettorali e non si rimette mano alla costituzione, dagli artt. 70 in poi, non sarà possibile superare le problematiche attuali. Il mio punto di vista sul dopo? Ve lo spiego in breve:
1. Attribuzione alla camera dei deputati del compito di legiferare
2. Attribuzione al senato di organo di controllo e revisione
3. Reintrodurre le preferenze sui candidati che dovranno essere scelti attraverso le primarie e non dalle segreterie dei partiti
4. Istituzione di scuole di politica che infondano il senso dello stato. Una volta almeno c’erano le scuole di partito (famosa quella del partito comunista ad Ariccia) e le sezioni
5. Sbarramento di incarichi di consulenza o similari per evitare di far rientrare economicamente gli esclusi ed i portatori di voto
6. Maggiore decentramento dei poteri in senso federalista
7. Ripensare sulla utilità del voto degli italiani all’estero sulla base dell’esperienza finora acquisita
8. Ridisegnare il ruolo dei senatori a vita e la loro gratificazione
Quindi ascoltiamo pure i sofisti, ma poi meditiamo e scegliamo noi; chi ci garantisce il raggiungimento dell’obbiettivo di una classe politica valida ed una macchina statale efficiente? Il si? Io voto si, il no? Io voto no
Sulla base delle esperienze passate, ogni ddl presentato, dalla XIII legislatura in poi, per ridurre i parlamentari è stato lasciato decadere o lo si è buttato in politica per distogliere l’attenzione dal problema reale e tutto è rimasto come prima, ma allo stesso modo il si mi garantisce tale rivoluzione?
Avete tutte le giustificazioni per pensare che sia inutile andare a votare, io invece lo ritengo utilissimo perché sia che vinca il si o vinca il no, l’elettorato in massa può trasmettere un messaggio di volontà di cambiamento di cui si dovrà tenere conto dopo il voto.
L’atto III dell’articolo sul referendum lo troverete allacciato subito dopo questo postato il 18 agosto scorso, essendone la prosecuzione